Grafologia nei legami di coppia: dalla “Folie a deux” all’instabilità nei rapporti a due

Le relazioni di coppia, o tra due individui, spesso possono arrivare a degli eccessi nei loro comportamenti. Una problematica tale è data da una sindrome chiamata Folie a deux, le teorie che riguardano questa sindrome sono varie, ma quella che attualmente risulta più accreditata deriva da Lasague e Falret (1871). I due autori si sono soffermati ad analizzare gli aspetti da cui ha origine tale quadro patologico: da un lato abbiamo l’individuo portatore di una psicopatologia e dall’altro l’individuo suggestionabile che subisce le influenze del primo accettandone le idee deliranti.

La teoria suppone che in condizioni normali non c’è possibilità di contagio tra le idee di una persona malata e una sana di mente, neppure tra due persone malate. Il contagio sembra possibile solo in determinate condizioni: innanzitutto il primo individuo deve essere un membro attivo, più intelligente e scaltro del secondo, chiaramente deve presentare il delirio che trasmette al secondo, il membro debole, quello passivo.

Prima che la sindrome sia trasmessa al secondo individuo c’è sempre una resistenza verso le pressioni esercitate dall’incube, colui che è portatore della psicosi, ma con il passare del tempo finisce per farsi influenzare, in modo graduale, fino all’accettazione delle idee deliranti.

La seconda condizione necessaria per far si che si instauri la follia a due è la condivisione dello stesso ambiente, dello stesso stile di vita, stesse esperienze e paure, inoltre non devono esserci influenze esterne. La terza condizione, quella che rappresenta la base su cui è costruito il delirio si basa sulla condivisione di speranze e paure.

Solo tramite queste tre condizioni c’è la possibilità di trasmissione del delirio da un individuo all’altro. La Folie a deux è dunque caratterizzata da deliri condivisi da due persone che hanno una relazione vicina ed intima.

Pensando alle caratteristiche comportamentali sopra elencate, potremmo ipotizzare, da un punto di vista grafologico, che il temperamento Morettiano più probabile per l’incube sia quello dell’assalto: attivo, spesso sadico e vendicativo; invece per il succube, colui che è soggetto ai turbamenti psichici altrui, potremmo prendere in considerazione sia il temperamento della Cessione che dell’ Attesa: eccessiva influenzabilità dei sentimenti che stimolano l’istinto sessuale, debolezza psichica e volitiva (Cessione); insicurezza soggettiva (Attesa).

Questa ipotesi generica andrebbe approfondita caso per caso e confrontandola con le quattro categorie proposte da Gralnick andrebbe bene solo per un paio di loro:

  1. Follia imposta: forma classica di questa sindrome, in cui c’è un individuo dominante che trasmette le sue idee ad un altro individuo, le cui caratteristiche di quest’ultimo sono l’essere sottomesso e passivo. (Qui, almeno teoricamente, ci troviamo nell’ipotesi sopra esposta)
  2. Follia simultanea: tipologia di follia a due che si manifesta in maniera indipendente nei due individui e, a differenza della classica forma di tale disturbo, una volta che i due individui vengono separati, non c’è possibilità di miglioramento in nessuno dei due
  3. Follia comunicata: una forma in cui il soggetto dominante trasmette le sue idee deliranti al secondo individuo, il quale le fa sue, le accetta, e in caso di separazione dei due il delirio rimane anche nel secondo soggetto
  4. Follia indotta: Il caso in cui la persona delirante assume i deliri di una seconda persona aumentando i propri.

E’ giusto specificare che il disturbo trattato prevede delle eccessività; questo disturbo rappresenta il caso limite nei rapporti di coppia e nei rapporti comunicativi tra due soggetti. Non possiamo basarci solo sul temperamento, ma va indagata la struttura generale della grafia. La sua posizione nello spazio grafico, il modo in cui è strutturato il grafismo e via discorrendo. Bisogna considerare anche il problema comportamentale che può variare da caso a caso.

Nella maggior parte dei casi, l’incube è affetto da schizofrenia o da disturbo delirante o dell’umore con manifestazioni psicotiche, mentre il succube è affetto da disturbo dipendente della personalità. Dai quadri diagnostici dei disturbi che colpiscono l’indotto e l’induttore, è possibile dedurre che i due soggetti si completino a vicenda. Questo atteggiamento di complementarietà dovremmo ritrovarlo anche nella loro scrittura.

A dare ulteriore chiarezza sui meccanismi che si instaurano tra due individui che agiscono in tal senso è stato lo psicologo americano P. Waltzlawitck; egli enuncia cinque assiomi della comunicazione umana e spiega come gli individui tendono a sviluppare patologie relative ad ognuno di essi. L’assioma che in questo caso è importante sottolineare è il quinto: “Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza”.

Per quanto riguarda lo scambio di tipo simmetrico, la persona che parla tende a rispecchiare il comportamento dell’altro, creando un’interazione simmetrica. Nel secondo caso, la complementarietà, il comportamento dell’interlocutore completa quello dell’altro e costituisce un tipo diverso di struttura comportamentale, creando, per l’appunto, un’interazione complementare. In quest’ultimo caso un partner assume una posizione primaria, superiore, mentre l’altro completa per così dire la configurazione assumendo una posizione secondaria, inferiore.

In una relazione sana v’è dunque sia simmetria, ovvero la capacità dei due individui di accettarsi a vicenda, sia complementarità, ovvero la capacità dei singoli di assumere ruoli differenti ma complementari che permettono di mantenere una giusta definizione del sé. Nella follia a due vi è proprio una patologia di questo assioma: viene a mancare la relazione simmetrica e la relazione complementare è portata all’estremo: il membro forte della coppia tende ad attirare l’attenzione su di sé, è colui che prevale nella conversazione, mentre il membro debole ha un ruolo passivo ed è visto e considerato come un oggetto nelle mani dell’incube.

La grafologia in tal senso può essere utile per vari motivi

In primo luogo, nei casi più eclatanti, ci permette di comprendere quale dei due soggetti sia l’incube e quale sia il succube e questo potrebbe essere utile non solo per una ricostruzione psicologica dei soggetti indagati, ma anche per capire le tendenze individuali di ogni soggetto così da permettere agli agenti di poter ricostruire un’ipotetica scena del crimine con maggiore sicurezza. Un supporto ulteriore che va a rafforzare o a smentire le tesi espresse su un determinato caso.

In secondo luogo, nei casi più comuni che ad esempio riguardano instabilità nelle relazioni di coppia normali, va a farci comprendere le dinamiche di comunicazioni e di comportamento trovando le problematiche inerenti alla comunicazione, i punti di forza e di debolezza della relazione stessa così da poter capire quale sia per quel determinato caso la giusta modalità di approccio tra due individui.



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